alla Grecia di Zorba e Salvatores alle terre salentine, dalle danze popolari che hanno influenzato compositori classici come Skalkottas agli esorcismi musicali del tarantismo, dal continente alle isole, con nel cuore, nelle mani (e nei piedi!) le musiche di quel lago-mondo che chiamiamo Mare Nostrum.
Quell’atmosfera che ancora profuma di romanticismo avvolta nei fumi della Parigi di inizio ‘900, dove le giornate cominciate al Conservatoire National Supérieur finiscono in notti di evasione al Café de la Paix, sorseggiando assenzio con Oscar Wilde, Marcel Proust ed Ernest Hemingway.
Una storia fatta di erranze, una tradizione millenaria. Dall’Europa dell’est dove è fiorito il klezmer alla Turchia la cui influenza musicale è arrivata alle porte di Vienna, per proseguire di nuovo a sud lungo le coste del Mediterraneo: una camminata sul fuoco dell’anima ebraica che unisce musica classica e musica etnica, sulle orme di un popolo sempre in viaggio.
Tre fratelli e una sola grande passione per la musica da camera: un linguaggio comune e unico fatto di sguardi e complicità che col tempo si è trasformato in un’occasione per scavare, approfondire e trasformare la musica colta e quella popolare, fondendo gli strumenti classici alla musica elettronica.
L’obiettivo? Sperimentare nuove sonorità, ma soprattutto uscire dagli schemi